Cultura di guerra e razzismo nella crisi europea 1914-1945
DOI:
https://doi.org/10.22517/25392662.15671Abstract
Dagli anni Novanta del secolo scorso gli storici, analizzando il 1914-1918, hanno iniziato a riflettere su guerra e cultura, dopo decenni in cui la Prima guerra mondiale era stata studiata esclusivamente nei suoi aspetti politico-militari, diplomatici, economici e sociali. Più di recente, il centenario dello scoppio della Grande Guerra è stato l’occasione per nuove ricerche che hanno confermato la validità di quella pista d’indagine, utile anche per il periodo successivo sino al 1945.
Inserendomi in quella riflessione proporrò, in queste pagine, un collegamento tra due fenomeni entrambi necessari per comprendere il primo Novecento europeo: la cultura di guerra e il razzismo. Nell’ampio e complesso tema del razzismo considero qui anche l’antisemitismo, pur consapevole del fatto che razzismo e antisemitismo siano fenomeni diversi, che però tra Otto e Novecento hanno profonde connessioni. Infatti, l’antisemitismo moderno è in buona parte riconducibile all’affermazione delle teorie razziali.
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